Salire verso l’alto o cadere in basso

Premessa (Individualisti e collettivisti – Liberali e Statalisti – Borghesi e non borghesi)

Negli ultimi post si è parlato di tipi umani, di caratteri.
Si è scritto che “l’individualismo ed il collettivismo non sono di ieri, non sono di oggi ed esisteranno anche domani. Perché essere individualisti o collettivisti dipende dal carattere che una persona ha (unitamente all’ambiente in cui vive)“. Di destra e di sinistra in questo sito non si è mai voluto parlare. I liberali e gli statalisti sono stati accantonati. Dalle due parole Sparta e Borghi si è giunti a scrivere sulla Borghesia. Ma non sulla classe sociale… sul tipo umano borghese, sul carattere borghese.

Sergio Ricossa sui liberali

In Italia c’è una difficoltà (impossibilità) dei liberali ad unirsi.
Sergio Ricossa nello Straborghese (nel quarto capitolo dal titolo “Come distinguere un borghese da un collettivista”) scrisse: “quanto ai liberali, c’è una tremenda confusione. Una delle molte sciagure semantiche del nostro tempo è il doppio e contrastante significato di “liberale” e quindi anche di “liberalismo”, per cui si finisce col non capir più nulla o col capire tutto al rovescio. Cause, che ad alcuni paiono profondamente illiberali, sono invece sostenute da altri in nome della libertà, e il peggio è che tutti sono sinceri (qualche volta). Non si è coscienti abbastanza che vi sono due tradizioni liberali, quella borghese e quella anti borghese.

Sempre Ricossa scrisse

che il “contrario del borghese è il collettivista“,
che molti socialisti sono antiborghesi, ma non tutti e
che nemmeno tutti i comunisti sono antiborghesi…

Conclusioni che oggi non sono da trarre

Si potrebbe commentare queste frasi di Ricossa per trarre una conclusione, ma non siamo qui a cercare nomi per contenitori vuoti e sterili ai più:
La borghesia è una parola bella e gloriosa, ma come classe sociale non esiste più… e la maggior parte della gente non la sente più…
Individualista è un termine dispregiativo ai più…
Liberali… dicono tutti di esserlo… e che confusione…

Tra poco la vera conclusione, titolo del post

Continuando sul tema principale dei post precedenti: tipi umani e caratteri, ecco alcune parole di Sergio Ricossa (tratte nuovamente dal quarto capitolo dello Straborghese)
Si deve… diffidare delle classificazioni basate sui partiti, sulle rozze etichette di “destra” e “sinistra”. Il carattere conta più dell’ideologia, fa scegliere l’ideologia, la interpreta a modo suo, la rovescia di senso.

In un periodo di scoramento generale come questo, con la gente nauseata da tutto e da tutti bisognerebbe trovare frasi che anzitutto riportino speranza, quindi siano concretizzabili (anche se con estrema difficoltà).

Una voce dal passato che ci può venire in aiuto

A voi e a me viene detto, con sempre maggiore insistenza, che dovremo scegliere fra destra e sinistra, ma vorrei suggerire che, in questo caso, non ci sono una destra e una sinistra. Vi è solo un alto e un basso. Si può salire verso l’alto, elevandosi all’antichissimo sogno dell’uomo di coniugare il massimo della libertà personale con un ordine legittimo. Oppure cadere in basso, nel formicaio del totalitarismo.

(Parte del discorso di Ronald Reagan noto come “The Speech“, “Il Discorso” (27-10-1964) leggibile al link http://www.alleanzacattolica.org/indici/os_prudentis/reaganrw359.htm)

A poco meno di cinquant’anni nessuno insiste più sulla dicotomia destra-sinistra, ma il suggerimento di Reagan “vi sono un alto e un basso” sembra non essere preso sul serio da coloro che sono in politica. E vale non solo per l’Italia… anche se nell’Italia di oggi siamo proprio agli antipodi dell’ “antichissimo sogno dell’uomo di coniugare il massimo della libertà personale con un ordine legittimo. Nell’Italia di oggi siamo “nel formicaio del totalitarismo”.

Nel discorso di Reagan di cinquant’anni fa si legge anche che “l’idea che il governo sia soggetto al popolo, che non abbia altra fonte di potere che non sia il popolo sovrano, è ancor oggi l’idea più nuova e originale che sia mai apparsa nella lunga storia delle relazioni dell’uomo con l’uomo.
Ecco trovate le frasi da cui partire: le parole che possono riportare speranza perché concretizzabili. Una via da seguire.

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