Partiamo dalla favola di Esopo “La Cicala e le Formiche” per rivolgerci a chi ha una visione statalista della Società.
Nella favola si racconta delle laboriose formiche e della oziosa cicala. Di come le prime lavorassero alacremente durante l’estate per mettere da parte le provviste per l’inverno e nel contempo la cicala cantasse.
[Il link http://digilander.libero.it/Kim74x/schede%20didattiche.htm nella sezione “Italiano”, sottosezione “Racconti e fiabe” porta a “La cicala e la formica” con il racconto in pdf.
Il link http://www.skuolasprint.it/forum/viewtopic.php?f=38&t=31606&start=0 porta a molte versioni di greco della favola.
Il link http://latinoinbottiglia.blogspot.it/2013/08/fedro-la-cicala-e-la-formica-olim.html porta alla versione latina di Fedro.]
La morale della favola ovviamente è: chi nulla fa, nulla ottiene. La negligenza non porta alcunché, solo rischi e dolori.
Noi qui del sito amatoriale Forza Libertà chiediamo a chi ha una visione statalista della Società di prendere l’esempio e la morale di questa favola per meditare sui tanti Italiani formiche e sui tanti Italiani cicale.
Nella versione latina di Fedro leggibile dal link http://latinoinbottiglia.blogspot.it/2013/08/fedro-la-cicala-e-la-formica-olim.html si legge di una loquace cicala che criticò l’operosità della formica definendola una stolta che spreca la propria vita nel lavoro mentre lodò il suo modo di vivere che le procura una vita lieta, senza preoccupazioni e che porta anche allegria a coloro che le stanno attorno.
Certo… ci sono altre interpretazioni della favola.
Il link http://www.lefavole.org/moderne.htm manda alla poesia “La cicala e la formica” di Jean de La Fontaine, poeta vissuto in Francia nel ‘600 e alla poesia “Alla formica” di Gianni Rodari.
Per il francese la cicala è imprudente e piagnucolosa e chiede in cortesia e la formica ha il difetto di prestar malvolentieri. Per Rodari la formica è avara (ed esplicitamente scrive che non gli piace), mentre la cicala nulla vende, tutto regala (e perciò esplicitamente scrive di stare dalla parte della cicala).
Ma noi qui del sito Forza Libertà domandiamo non perché l’Italiano formica dovrebbe aiutare l’Italiano cicala, ma perché lo dovrebbe aiutare INCONDIZIONATAMENTE.
La formica si comporta alla fine della fiaba da egoista con la cicala anche perché quest’ultima era stata più che avvertita dalla prima. Tralasciando la versione di Fedro in cui la cicala critica aspramente la formica, si legge nel racconto in pdf che proviene dal primo link:
Fra una pausa e l’altra del canto, la cicala si rivolge alle formiche: “Ma perché lavorate tanto, venite qui all’ombra a ripararvi dal sole, potremo cantare insieme!”
[E qui si evince che la cicala cattiva non è, ma imprudente sì e tale da portare alla rovina anche coloro che le stanno vicino, se seguono il suo esempio: l’ozio è contagioso]
Ma le formiche, instancabili, senza fermarsi continuavano il loro lavoro…
“Non possiamo! Dobbiamo preparare le provviste per l’inverno! Quando verrà il freddo e la neve coprirà la terra, non troveremo più niente da mangiare e solo se avremo le dispense piene potremo sopravvivere!”
[Lavorano indefessamente non per amore della fatica, ma perché vogliono evitarsi i dolori di un inverno da fame e con il senno di poi dobbiamo scrivere che hanno ragione]
“L’estate è ancora lunga e c’è tempo per fare provviste prima che arrivi l’inverno!
Io preferisco cantare! Con questo sole e questo caldo è impossibile lavorare!”
[L’ozio è in lei il dominatore incontrastato].
Lo Statalista non dice alla cicala di chiedere scusa alla formica e neppure chiede alla formica di aiutare la cicala. Semplicemente ordina alla formica di dare il cibo alla cicala. Così lo Statalismo, con la coercizione, oltre alla Libertà (per noi fondamentale), toglie anche il piacere di far del bene.
E lo Statalismo cosa insegna ai quei giovanissimi italiani che ancora non sono né formiche, né cicale? Se tu fin dall’inizio sai che non importa come ti sia comportato, se da formica o da cicala, comunque alla fine lo “Stato mamma” ripianerà le distanze formatesi tra te e l’altro non per un immeritato fato abbattutosi su te o sull’altro, ma per le differenze che nascono dalla laboriosità e dall’oziosità, seguirai l’esempio operoso della formica o quello non produttivo della cicala?
P.S.: Chi vuole governare una società deve pensare come un buon padre di famiglia, non come il compagno scanzonato di giochi che tutti vorrebbero negli intervalli dai momenti seri della vita.