Oggi ho letto lo scritto “Cognome materno: un piccolo traguardo ma serve di più”, testo di Silvana Murgia, sul sito di Empatia, associazione per le pari opportunità tesa a valorizzare l’identità femminile e l’originalità dell’essere donna
( link http://www.empatiadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=513:cognome-materno-un-piccolo-traguardo-ma-serve-di-piu&catid=1:ultime&Itemid=28). Una frase nel periodo finale ed il rimando ad un altro sito hanno portato nella mia mente dubbi e domande. Così ho deciso non di scrivere un commento, ma di porre una domanda.
Parto riscrivendo il periodo finale:
E oggi ci schieriamo a favore della decisione del Cdm, sicuramente un primo passo per eliminare ogni traccia di concezione patriarcale e maschilista del rapporto tra genitori e figli. Anche se rimangono dubbi sulla natura, e sulla necessità dell’accordo tra entrambi i genitori. Confidiamo comunque nel tavolo di discussione che, come anticipato, verrà aperto sull’argomento, per dare una idonea risposta definitiva al problema.
La frase centrale del periodo “Anche se rimangono dubbi sulla natura, e sulla necessità dell’accordo tra entrambi i genitori” mi sembra stonare con le ultime due righe degli obiettivi dell’associazione Empatia (raggiungibili al link http://www.empatiadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=34) “Noi siamo unite… perché solo attraverso l’unione delle donne, in sinergia con gli uomini, si potranno cambiare le cose“.
Trascrivo anche l’ultima delle news scritte nel sito http://www.cognomematerno.it (ci sono andato perché nell’articolo è riportato il link):
Cognome materno: solo se lo concede il padre – sabato 11 gennaio 2014
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge contenente disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli. Il testo prevede l’obbligo per l’ufficiale di stato civile della iscrizione all’atto di nascita del cognome materno in caso di accordo tra entrambi genitori.
Se approvata la nuova disciplina del cognome renderà possibile la trasmissione del cognome materno SOLO se il papà è consenziente. Nessuna parità dunque tra uomo e donna, ORA decide lo stato domani deciderà il papà.
Anche in questo periodo dov’è la sinergia con gli uomini che l’associazione Empatia ha inserito nei suoi obiettivi? Capisco che quando le persone che possono decidere sono solo due, ci sono solo due possibilità: i due sono d’accordo, i due non sono d’accordo. Ma parità oggi non può significare pensare di estromettere il papà dalla decisione. Trasmettere il cognome materno anche se il papà non è consenziente “perché non è necessario l’accordo tra entrambi i genitori” mi sembra per pura logica portare ad una situazione identica a quella attuale che l’associazione Empatia vuole abrogare. Con una sola differenza: i ruoli sono invertiti!