Il Presidente del Consiglio Letta ha ieri parlato alle Camere. Mi vorrei soffermare solo sulla parte del Suo discorso inerente la Stabilità di governo di cui l’Italia ha bisogno.
È ovvio che a nessuno può piacere il susseguirsi continuo di governi di pochi mesi, ma come ho scritto nel titolo, non mi piacciono le… chiamiamole “esattezze camuffate”.
Subito riporto la parte del discorso che commenterò
“…Più e più volte in questi mesi mi avete ascoltato tessere in Italia e all’Estero l’elogio della Stabilità. Stabilità intesa come Valore Assoluto, da perseguire ed alimentare ora dopo ora. Stabilità messa così clamorosamente a repentaglio. Non è sempre stato così nella Storia Italiana. Nella primissima fase della Repubblica, dal 1946 al 1968 abbiamo avuto una stabilità politica impensabile oggi. In quegli anni, dal ’46 al ’68 tre Presidenti del Consiglio hanno governato la maggior parte di quel tempo. I benefici della stabilità di allora li conoscono tutti gli Italiani, hanno avuto conseguenze: la ricostruzione delle macerie della guerra, il boom economico, una crescita media del 5% l’anno, un debito pubblico che a quel tempo era ben al di sotto del 50% del PIL. Poi tra il 1968 ed il 1992 si sono succeduti ben 24 governi, la crescita è rallentata, il consenso elettorale acquisito allargando i cordoni della borsa dello Stato facendo più che raddoppiare il debito pubblico. La fase successiva, quella attuale avrebbe dovuto essere la stagione della democrazia compiuta e governante. Non lo è stata, ahi noi. Dal ’92 ad oggi si sono avvicendati addirittura 14 governi. Per un impietoso confronto in Germania ci sono stati solo tre cancellieri nello stesso periodo. Noi 14, loro tre in tutto. Un altro spread a ben vedere, un altro spread che pesa e come nel confronto con le grandi democrazie europee. È evidente a chiunque che le politiche per la crescita che necessitano di un lungo respiro perché chi le attua possa goderne i frutti, sono possibili solo con una prospettiva temporale ragionevole e con governi stabili. Nel breve orizzonte manca il coraggio perché ai primi costi, e le riforme sono costose oltre che spesso dolorose in termine di consenso, il governo viene mandato a casa. Avanti il prossimo, il prossimo ancora. Oppure tutti alle urne. Queste è una delle ragioni, non certo l’unica che spiega la mancanza di crescita e l’impennata del debito pubblico. Dietro, a ben vedere, c’è un’altra grande mancanza. Quella della Politica, c’è l’assenza di scelte forti, c’è l’ossessione del presente, del consenso a tutti i costi, qui e subito. …”
Il Presidente del Consiglio Letta parla di Stabilità presa come Valore Assoluto in sé, non come mezzo per potere lavorare in tranquillità. Per supportare questa tesi ha diviso la Storia Repubblicana in tre parti. Il primo periodo che portò al cosiddetto Miracolo Italiano e che si concluse con il ’68, il secondo che termina con la fine della Prima Repubblica ed il terzo che coincide con la Seconda Repubblica. Bene avrebbe fatto a dire per ognuno dei tre periodi il numero di governi o il numero totale di presidenti del consiglio, (non è lo stesso poiché molti governi cadevano e rinascevano con lo stesso presidente del consiglio o costui ritornava dopo un certo numero di governi). Invece per comprovare la sua tesi ha detto il numero di governi per il secondo ed il terzo periodo, ma per il primo… per esaltare il periodo d’oro e renderlo quasi mitico usa non l’esatto numero di governi come per gli altri periodi, ma parole nebulose: “tre Presidenti del Consiglio hanno governato la maggior parte di quel tempo”.
Di seguito 2 link risolutivi (il secondo porta direttamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi direttamente al presidente Enrico Letta)
http://www.storiologia.it/tabelle/elezioni03.htm
http://www.governo.it/Governo/Governi/governi.html
Dai due link risultano per il primo periodo 21 governi, per il secondo periodo 27 governi, per il terzo periodo 14 governi.
Per il primo periodo si parte dal Primo Governo della Repubblica, il Governo De Gasperi II, insediatosi il 15.07.1946, e si giunge alla fine della IV Legislatura con il governo Moro III che cessò le sue funzioni il 24.06.1968.
Il secondo periodo termina il 24.04.1992 con la fine del Governo Andretti VII
Il terzo periodo inizia con la XI legislatura e per ora termina con l’attuale governo.
Risultati conclusivi: per il primo periodo si ha una media di circa 12 mesi a governo, per il secondo periodo circa 10 mesi, per il terzo periodo più di un anno e mezzo.
In aggiunta se “tre Presidenti del Consiglio hanno governato la maggior parte” del primo periodo, furono 9 le persone che si succedettero alla Presidenza del Consiglio in quei 22 anni. 12 furono i Presidenti del Consiglio nei 24 anni del secondo periodo. 8 i Presidenti negli ultimi 22 anni.
Se il Presidente del Consiglio Letta parla di Stabilità presa come Valore Assoluto in sé, io modestamente prenderei la Stabilità come mezzo per potere lavorare in tranquillità. Se c’è la Stabilità e manca la sostanza, manca tutto…
Ultimo punto. L’impietoso confronto con la Germania: lì hanno avuto solo tre cancellieri nello stesso periodo. “Noi 14, loro tre in tutto”. Rimando a http://www.edscuola.it/archivio/ped/civica/germania_05.pdf che mette a confronto le istituzioni in Germania ed in Italia. SoffermateVi sulla “sfiducia costruttiva” che il sistema tedesco ha e noi no (non per la stabilità, ma per l’efficienza sarebbe bene soffermarsi anche sul nostro “bicameralismo perfetto” e sul loro “bicameralismo imperfetto”). Con la fiducia costruttiva tedesca (il Parlamento può chiedere al Presidente della Repubblica di revocare l’incarico al Cancelliere, cioè al nostro Presidente del Consiglio eletto solo a patto di avere già eletto, sempre a maggioranza assoluta, il nuovo Cancelliere) dal 1992 ad oggi sicuramente non ci sarebbero stati 5 governi su 14 ( forse ne avremmo avuti ancor meno).
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